
Il MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) ha pubblicato il 25 giugno sul proprio sito il Decreto Ministeriale del 16 maggio 2025.
Il decreto cambia radicalmente lo scenario delle Comunità Energetiche Rinnovabili finanziate dal PNRR. A partire dal 26 giugno, infatti, anche i Comuni fino a 50.000 abitanti potranno accedere al contributo in conto capitale previsto per la realizzazione di CER. Un’estensione attesa da tempo, che amplia la platea dei beneficiari e semplifica le regole di accesso alla misura, rendendo la transizione energetica ancora più inclusiva e capillare sul territorio nazionale.
Un’occasione concreta per migliaia di Comuni italiani
Fino ad oggi, la possibilità di beneficiare del contributo PNRR per le CER era limitata ai Comuni con meno di 5.000 abitanti. Con questo aggiornamento, viene data una spinta decisiva anche ai centri urbani di media dimensione, dove la domanda energetica è più rilevante e dove la creazione di comunità energetiche può generare benefici ambientali, economici e sociali molto più estesi.
L’incentivo continua a coprire fino al 40% dell’investimento per impianti a fonti rinnovabili destinati all’autoconsumo condiviso, ma il nuovo decreto introduce anche una maggiore flessibilità finanziaria: è ora possibile ottenere un anticipo del 30% (invece del precedente 10%), facilitando così l’avvio dei progetti senza gravare eccessivamente sulle casse degli enti promotori.
Ulteriori chiarimenti
Il DM 16 maggio 2025 chiarisce anche le scadenze: i lavori dovranno concludersi entro il 30 giugno 2026, mentre l’entrata in esercizio degli impianti è prevista entro i 24 mesi dalla conclusione, e comunque non oltre il 31 dicembre 2027. Un dettaglio importante è la possibilità di rendere ammissibili alcune spese già sostenute prima dell’inizio dei lavori, elemento che riconosce il valore degli investimenti preparatori e delle attività tecniche iniziali.
Altro punto rilevante: il nuovo decreto riconosce esplicitamente anche le persone fisiche tra i soggetti beneficiari. Questo apre le porte a nuove forme di partecipazione dal basso, accanto a quelle già attivate da enti pubblici, imprese, cooperative ed enti del terzo settore.
Verso una nuova stagione per le comunità energetiche
L’impatto potenziale di questo aggiornamento normativo è enorme: più Comuni coinvolti significa più impianti realizzati, più energia prodotta localmente, meno emissioni e maggiore resilienza energetica per le comunità.
Si auspica che il tutto venga rapidamente confermato con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e dal GSE.
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